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MERCATO 2015 : IL CATASTO METTE ONLINE I METRI QUADRI DELLE CASE

 I metri quadrati “catastali” non hanno, per ora, alcuna funzione dal punto vista fiscale. Ma potrebbero averne una molto importante nel mondo delle transazioni, dove un dato certo su quanto sia grande la casa in vendita è spesso assente: il concetto di “metratura commerciale” non è, infatti, univoco e alla stessa casa potrebbero essere attribuite diverse superfici a seconda del metodo usato. Senza contare che a volte il proprietario non fa proprio nessuna misurazione ma si accontenta di vecchi dati spannometrici,magari presi quando arredava l’appartamento.

Gli agenti immobiliari sono favorevoli alla pubblicità del dato ma mantengono alcune riserve sul metodo usato: «Aspettiamo a dare un giudizio sul sistema - spiega Paolo Righi, presidente della Fiaip (Federazione degli agenti immobiliari professionali) - perché la stessa agenzia suggerisce di verificare l’esatta corrispondenza. Sulle planimetrie più vecchie, infatti, ci sono dei problemi. Abbiamo fatto una prova su otto visure e in due non c’erano i metri quadrati». Inoltre, osserva Righi, nel sistema dettato dal Dpr 198/1998 non trovano posto gli spazi comuni condominiali, che però, da sempre, commercialmente vengono considerati nel computo generale dei metri quadrati. Mediamente le parti comuni negli edifici moderni si aggirano sul 5%, in quelli vecchi si può arrivare al 10-15 per cento. Nel modello costruttivo importato dagli Usa molte nuove costruzioni supercondominiali hanno spazi comuni come sale riunioni o ludoteche, che vanno evidentemente considerate.

«Tutto ciò che porta alla trasparenza - prosegue Righi - ci fa più che felici ma dobbiamo evidenziare che non si tiene conto delle parti comuni. Abbiamo comunque dato indicazione ai nostri iscritti di verificare le metrature rispetto alle planimetrie catastali facendo anche rilevare gli errori». Per Santino Taverna , presidente della Fimaa (Federazione dei mediatori) «È un’operazione di trasparenza necessaria per il comparto, a patto che non si traduca in un nuovo presupposto per l’incremento dell'imposizione fiscale sugli immobili».

La possibilità di conoscere i metri quadrati avrebbe anche un altro effetto, quello di evitare l’insorgere di contenziosi in fase di trattativa. «È chiaro che i dati catastali non sono probanti - ricorda Righi - e in ogni caso, quanto alla loro attendibilità concreta, tra qualche mese si vedrà quante sono le richieste di correzioni presentate dai contribuenti».

In ogni caso Righi promette l’impegno degli agenti Fiaip: «Se il cliente dichiara qualcosa di molto diverso dalle risultanze catastali, l’agente, prima di far firmare proposte d’acquisto o altri impegni, deve verificare personalmente planimetria e metrature reali». Cosa che comunque farebbero meglio a fare tutti proprietari, data anche la possibilità di chiedere correzioni alle Entrate.

Da escludersi, invece, la valenza del dato catastale dopo che è stato sottoscritto il rogito, dato che di norma l’immobile viene di norma venduto «a corpo» e non a metri quadrati.Fonte Sole24

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