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MERCATO 2015 : MERCATO SECONDE CASE IN MONTAGNA IN FORTE CRESCITA IN LOCALITA' LOW COST

 Per il mercato turistico della montagna il 2015 è l’anno delle località “emergenti”. Certo, i big come Courmayeur, Cortina o Madonna di Campiglio hanno resistito alla crisi, limando i prezzi senza crollare. Ma in questo momento sono altre le cittadine che registrano performance vivaci, sia come dinamica dei prezzi sia a livello di richieste.

Qualche esempio? Prendiamo il Piemonte. Gli scambi hanno ingranato la marcia indietro. «Dopo un paio di anni non particolarmente negativi, le compravendite sono arretrate almeno del 10% rispetto all’anno passato», dice Alessandro Ghisolfi, responsabile dell’Ufficio studi di Casa.it. Oggi nelle località principali i prezzi sono assestati, a una media di 5mila euro al metro a Bardonecchia e Sestriere e compresi tra 3.500 e 4mila a Sauze e Oulx. Ma cambiando versante si scopre la sorpresa di Macugnaga, sul Monte Rosa, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Qui si compra a circa 3.400 euro al metro, ma soprattutto il numero di richieste, nel corso del 2015, è balzato del 13% rispetto allo scorso anno. «Sono migliorati i servizi e le strade di collegamento. E questo è l’esempio di un trend in atto dappertutto: molte famiglie preferiscono spostare l'attenzione verso centri meno rinomati, ma con valori abbordabili, a patto che siano ben serviti. L’acquisto a puro scopo di investimento è più raro. Si tratta più spesso di acquirenti che vogliono sfruttare l’immobile, salvo affittarlo per qualche periodo sporadico.

Anche in Lombardia arrivano le sorprese, con Madesimo divenuta la località “top” della regione. I prezzi medi (3.800 euro al metro) sono più bassi di Bormio (4.500), ma alcune soluzioni di pregio, o chalet in pieno centro, toccano picchi di 7mila euro. Sul fronte della rivalutazione dei prezzi, però, è Ponte di Legno a fare meglio di tutti: +2,6% nell’ultimo biennio per i pezzi migliori, vicini alle piste o al centro. Il viaggio fra le località che non ti aspetti prosegue a Piancavallo, in Friuli. Mentre il mercato arretrava, dal 2013 a oggi ha visto crescere i prezzi del 2,5%. E nello stesso periodo ha fatto ancora meglio Pinzolo, in Trentino-Alto Adige, con +2,8%. «Certo in questo caso non parliamo di un posto sconosciuto, ma restava indietro rispetto alla regina Madonna di Campiglio e a località rodate come Moana, Canazei e tutta la Val di Fassa. Adesso a Pinzolo, e in parte anche ad Andalo, l’offerta si è ampliata ed è migliorata come qualità. Però il prezzo medio di 3.400 euro al metro la rende conveniente rispetto a certi picchi, come i 7.200 euro al metro della vicina Madonna di Campiglio», aggiunge Ghisolfi. E sempre al Trentino-Alto Adige appartiene un altro piccolo record: dopo la piemontese Macugnaga, Ortisei (Bolzano) è la seconda destinazione di montagna ad aver attirato più richieste fra 2014 e 2015: +8,6%. In Valle d’Aosta, invece, tiene sempre Courmayeur, dove gli scambi hanno frenato di qualche punto, ma non si scende sotto i 6-7mila euro al metro. E rimane vivace Cervinia (+2,9% di richieste): il calo dei prezzi quest’anno si è arrestato e cresce la domanda (+2,9%) grazie alla componente estera. Segnali positivi da La Thuile, dove addirittura nel primo semestre i valori hanno mostrato un timido rialzo (+1,1%), con prezzo medio che adesso è intorno a 3.900 euro al metro. Scende ancora invece Gressoney, che ha perso circa l’8% in tre anni. Anche il Veneto, infine, entra nella partita. Grazie ad Asiago (Vicenza), località con prezzi degli immobili in media a 2.300 euro al metro, che ha visto crescere le quotazioni del 2%. In Abruzzo, a Roccaraso, la fase di arretramento invece si è fermata. Dopo il -8% del 2014, i primi sei mesi del 2015 hanno fatto scendere ancora le quotazioni di un altro 10%. Oggi in media, nel centro città, si acquista a 2.300 euro/mq, in una forchetta compresa tra 1.900 e 2.700.

Questo mini rally degli outsider è destinato a durare? «Sono indicazioni da prendere con le molle, perché in molti casi sono frutto di una statistica basata su pochi scambi – aggiunge Ghisolfi –. Teniamo presente che le seconde case, sul totale del residenziali, rappresentavano il 10% negli anni d’oro come il 2004-2005, oggi non siamo oltre il 6-7%». Inoltre, occorre sempre considerare che le piazze più rinomate hanno tenuto meglio alla fase di calo dei prezzi e rappresentano mercati molto più liquidi, anche grazie alla presenza degli stranieri. fonte Sole 24

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