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MERCATO 2017: PER IL MERCATO DEL COMMERCIALE IL FOOD E'' IL PIU' '' RICHIESTO

 C'è sempre più fermento attorno al food, ma solo se in chiave moderna o super artigianale, e alla telefonia. Mentre è in declino l'interesse per i settori come cartolerie, tabaccheria, ma anche per gli spazi fisici dedicati a giochi e scommesse. È quanto emerge da una rilevazione condotta da Immobiliare.it, che ha passato in rassegna gli annunci di acquisto e vendita in ambito commerciale, comprendendo le attività e le licenze. 

Che il cibo sia la passione degli italiani è noto. Già i dati Istat più recenti sulle vendite al dettaglio, relativi ad aprile, per i prodotti alimentari segnavano un boom del 4,1% in valore rispetto al 2016, contro una media generale di +1,2%. A risvegliare gli aspiranti imprenditori nel settore del cibo influiscono anche i successi televisivi degli chef superstar, ma a trainare il segmento è soprattutto il crescente favore dei consumatori per le formule che offrono esperienze particolari, come lo street food o il sushi di fascia alta, o iper specializzate, per esempio sul fronte bio-veggie, o quando si può puntare tutto sulla qualità e sulla produzione artigianale. Ecco, così, che nel giro di un anno la domanda per l'acquisto di ristoranti è balzata del 7,5%, con una crescita media dei prezzi del 2,5% e un'offerta che inizia ad assottigliarsi (-3,5%). Seguono a ruota le gelaterie, con +5% di domanda e +1,5% a livello di quotazioni (-4% l'offerta) e tengono bene anche le licenze per i negozi di alimentari (+3% di domanda, -2% i prezzi) nonostante il dominio della grande distribuzione. A pagare dazio, invece, sono le panetterie, probabilmente anche per un eccesso di presenza sul territorio: -6% di domanda e addirittura -8% nei prezzi. E retrocedono anche attività ormai tradizionali, vedi le pizzerie (-0,5% di domanda e -4,5% di prezzi), o modalità un po' superate come il pub (-2,5% di domanda, -4,5% di prezzi).

L'altro segmento commerciale che corre di più è quello della telefonia e dell'informatica. Anche in questo caso la domanda sale del 7,5%, con prezzi stabili, mentre si amplia l'offerta del 4%. “Sono attività accessibili e veloci da avviare, grazie al supporto dei principali brand di affiliazione” spiega la ricerca. Di contro, dopo un boom durato alcuni anni, perdono interesse i centri di scommesse: l'offerta aumenta del 6% ma la domanda frena dell'8%. E questo non perché gli italiani giochino meno (nel 2016 hanno speso un vero record, 95 miliardi di euro), ma perché il negozio fisico viene pian piano soppiantato dal gioco on line. Il mondo digitale ha effetti, poi, sul settore di cartolerie e librerie, soprattutto quando si tratta di piccole attività a conduzione familiare: nell'ultimo anno l'offerta è aumentata del 10,5% e la domanda risulta scesa del 6%.

Funzionano ancora il wellness e la cura del corpo. La domanda di palestre è salita del 3,5%, con in prezzi in risalita dell'1,5%, mentre quella dei parrucchieri balza addirittura del 5%, con 3 punti in più come prezzi medi. Mentre resta pallido il panorama per tutte le attività legate al fumo, compreso quello “elettronico”. Nel campo delle tabaccherie calano sia la domanda sia i prezzi (rispettivamente -4% e -5%), mentre la richiesta di spazi per la vendita di sigarette elettroniche sale di un modesto 1%, a fronte però di valori di vendita che hanno perso il 6%.
Fonte Sole24

 

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