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MERCATO 2015 : AFFITTI, FONDO ANTI MOROSITA''

 Nel 2014 è stato emesso un provvedimento di sfratto ogni 334 famiglie residenti. Il rapporto era di uno a 351 l'anno precedente, e mostra nel lungo periodo un significativo peggioramento, come rimarcano gli ultimi dati del ministero dell'Interno. Non s'arresta dunque l'avanzata degli sfratti (77.278 l'anno scorso, +5,3% dal 2013 e +47,8% dal 2008), soprattutto quelli dovuti alla morosità che pesa per quasi il 90% sul totale. Vero fardello sul mercato degli affitti. In un quadro in cui, d'altra parte, stentano ad arrivare a segno i finanziamenti del fondo per la morosità incolpevole, che dovrebbero aiutare chi ha smesso di pagare i canoni non per volontà propria ma per sopraggiunte e indipendenti difficoltà lavorative (vedi scheda).

«Su un totale di 83,39 milioni di euro disponibili (di cui 68,46 statali), le risorse assegnate dalle regioni si attestano a 23,49 milioni, mentre quelle effettivamente trasferite (ai Comuni, ndr) sono pari a poco più di 12 milioni». Queste le cifre riportate a Montecitorio dal sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro, specificando che «i contratti rinnovati ammontano a 204; i nuovi contratti sottoscritti a canone concordato sono 78; quelli rinegoziati a un canone inferiore risultano 38; i differimenti di esecuzione dei provvedimenti di rilascio sono 501; le assegnazioni di alloggi Erp 31». Numeri evidentemente esigui, se confrontati ai circa 69mila provvedimenti esecutivi di rilascio emessi l'anno scorso per morosità. Numeri che rivelano inoltre come la strada principale finora seguita sia innanzitutto quella “tampone” del differimento: del ristoro anche parziale del proprietario che tuttavia – lamentano i sindacati degli inquilini – non risolve alla radice il problema della sostenibilità dei canoni. Meglio sarebbe usare il contributo massimo erogabile di 8mila euro come sostegno specifico a ricontrattare il canone a livelli concordati (verso cui spinge anche il fondo per la locazione), se non provvedere al trasferimento in alloggi di edilizia residenziale pubblica. 

È vero infatti che i canoni liberi sono scesi di circa il 12% negli ultimi cinque anni. Ma secondo le indagini Nomisma molti dei 4,4 milioni di nuclei familiari in affitto (con entrate nette spesso inferiori ai 1.200-1.800 euro mensili) vedono un'incidenza del canone sul reddito oltre la soglia di sostenibilità del 30 per cento. Se quindi la crisi del mercato concede nuovo appeal alle locazioni e oggi, tra chi cerca una casa, il 60% opta per l'affitto (anche per le difficoltà di accedere ai mutui), l'equilibrio abitativo è ancora fragile e il rischio morosità resta elevato. 

Anche per questo i proprietari chiedono una detassazione degli immobili locati che favorisca in primis i contratti concordati sui quali – denuncia il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – tra aumenti Imu, Tasi e mancate agevolazioni, negli ultimi quattro anni «il carico tributario si è addirittura quadruplicato, condannando così alla progressiva estinzione la locazione a canoni calmierati». Quanto alla morosità incolpevole, il fondo è stato istituito dal dl 102/2013 con una dotazione inziale di 20 milioni per ciascuno degli anni 2014 e 2015. Il Piano Casa (Dl 47/2014) lo ha poi incrementato di 15,73 milioni per il 2014 e di 12,73 milioni per il 2015 (arrivando così ai complessivi 68,4 milioni di risorse statali citati dal sottosegretario, di cui a 32,7 milioni per quest'anno, a cui si aggiungono altre risorse regionali, ndr). Ulteriori stanziamenti sono previsti tra il 2016 e il 2020 per poco meno di 200 milioni. Sei mesi fa il Governo (Dm del 19 marzo) ha ripartito le risorse disponibili 2015, che si aggiungono a quelle stanziate lo scorso anno. 
a il problema è innanzitutto nella capacità di riuscire a spenderli, quei soldi, e in modo efficace. «Alle Regioni spetta infatti il compito di ripartire ulteriormente i fondi tra i Comuni, che devono a loro volta comunicare i dati sugli sfratti. Un processo di trasmissione che – dice Massimo Pasquini, segretario dell'Unione Inquilini – spesso risulta frenato». Il Dm 14 maggio 2014 ha disegnato la cornice entro cui devono muoversi le Regioni e soprattutto i Comuni, che hanno un ruolo centrale nel valutare i casi sofferenti e gestire le risorse in modo proficuo. Non tutti, leggendo i dati, sembrano per ora all'altezza del compito.FONTE SOLE24

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